mercoledì 25 maggio 2011

da Poesie - Baldassare Carollo

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Alcamo-Diramazione
due tristi linee ferrate
più in là di lato
un treno merci
in un binario morto C
ormai fermo da anni R
caseggiati disabitati E
per famiglie di ferrovieri D
architettura fascista E
sembra una quinta R
di un vecchio film E
dimenticata dalla troupe
in opaca campagna
piazzetta deserta
in un muro O
una mano B
ha tracciato la scritta B
ormai scolorita E
Dio c’è D
una mosca i suoi arabeschi I
una ruspa al lavoro R
pochi sperduti operai E
silenziosi
un’insegna
al neon di un
BAR
con il piede C
della erre fulminato O
un orologio esterno di metallo M
odore di stazione B
uguale in ogni ferrovia A
come di catrame bruciato T
freddo T
cielo E
grigio R
un pesce scalare E
rosso e argento
vola
lentamente
nell’acquario
cadono
sulla banchina
rade gocce
di pioggia
colombi tubano
sul tetto corvii
immobili
sui fili elettrici
il barista giacca bianca
con due sbiadite
macchie
di
caffè
sopra il bancone
di metallo
un lampadario di cristalli pende
dai fondali esausti del soffitto
un calendario
alla parete 13 gennaio 2007
la polvere negli interstizi dei mattoni sente
l’eternità vuota panchina di marmo
scrittura a pennarello nero
di qualche studentessa pendolare
passata chissà come
da questo posto fuori mano
F + M = Amore eterno
un cane pastore maremmano bianco gli occhi emaciati
abbandona il suo padrone e il gregge e randagio si allontana senza fretta annusando nell’aria una vecchia pista
di un’esistenza antecedente allora anch’io
mani nelle tasche
giro le spalle
mi scende una lacrima
oscilla la gramigna
a una folata di vento